di Elisa Leonelli
27 ottobre, 2015
Nel 25esimo anniversario della sua scomparsa (il 27 ottobre 1990, a 68 anni, di ictus cerebrale), ricordiamo il grande attore italiano Ugo Tognazzi.
Nato a Cremona, Tognazzi aveva iniziato la carriera nell’avanspettacolo, era diventato famoso nei primi anni di vita della RAI-TV (1954-1959) con il programma satirico Un due tre, in coppia con Raimondo Vianello. Negli anni Sessanta e Settanta si distinse come uno dei più bravi attori della sua generazione, con Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Marcello Mastroianni, in film d’autore come Il federale (1961) e La voglia matta (1962) di Luciano Salce, I mostri (1963) di Dino Risi, L’ape regina (1963), La donna scimmia (1964) e La grande abbuffata (1973) di Marco Ferreri, Romanzo popolare (1974) e Amici miei (1975) di Mario Monicelli, La tragedia di un uomo ridicolo (1981) di Bernardo Bertolucci.
Ero da poco entrata a far parte della Hollywood Foreign Press, quando incontrai per la prima volta Ugo Tognazzi (il 14 dicembre, 1979). Famosissimo in Italia, ma non molto conosciuto in America, Tognazzi era venuto a Los Angeles per parlare del film francese Il vizietto, regia di Edouard Molinaro dalla commedia di Jean Poiret La cage aux folles, che poi vincerà il Golden Globe come migliore film straniero nel 1980. Tognazzi era già stato candidato ai Golden Globes nel 1968 come migliore attore per L’immorale di Pietro Germi.
Nell’intervista del 1979 Tognazzi rivela il suo umorismo un po’ amaro. Michel Serrault era stato onorato con il premio César in Francia e con il David di Donatello in Italia, per la sua interpretazione di Zazà in La cage aux folles. “Il premio come migliore attore a Serrault l’hanno dato anche in Italia, non solo in Francia, quindi la cosa potrebbe dispiacermi in modo particolare; ma ci sono abituato, e normalmente mi convinco di essere un bravo attore quando non prendo un premio.”
“Sono abbastanza sorpreso del successo del film, e ancora più sorpreso di un successo personale. Sono però anche dispiaciuto, perché è chiaro che questo non è il primo film che faccio, e se ci fosse stata forse più attenzione per alcuni miei film precedenti, molto probabilmente anche per il pubblico americano questo non sarebbe stato una sorpresa ma solo una conferma. Per venire a Los Angeles da Roma ci vogliono 10 o 12 ore di aereo, ma io per farmi conoscere ci ho messo 25 anni.”
Tognazzi spiega il successo internazionale del film, su una coppia di omosessuali di una certa età che gestiscono un nightclub per gay e travestiti a Saint Tropez, e devono incontrare i genitori conservatori della fidanzata del figlio: “Prima di tutto perché è molto divertente, e la mano leggera e raffinata del regista francese è servita al successo del film; in secondo luogo perché è un film che libera lo spettatore conformista nei confronti di una cosa che è sempre stata un problema, l’omosessualità. Il pubblico vede i due simpatici protagonisti come gli eroi, e curiosamente diventa antipatica la normalità dei personaggi che sono regolari. Il tema del film è la solidarietà fra queste due persone, cioè l’amicizia e quindi l’amore; e questo diventa un messaggio politico assolutamente positivo.”
L’attore non si sorprende che il film sia stato proibito in certi paesi come l’Argentina, “Certo perché il governo militare in Argentina assomiglia molto al padre della ragazza. Ma non mi meraviglia perché anche durante il fascismo in Italia l’omosessualità era proibita. E come tutte le proibizioni che sono un limite alla libertà, ne penso in maniera assolutamente negativa.”
La cage aux folles sarebbe stato rifatto in versione americana nel 1996 come Piume di struzzo (The Birdcage), regia di Mike Nichols, con Robin Williams nel personaggio di Tognazzi, a fianco di Nathan Lane. Il remake ebbe anch’esso una nomination al Golden Globe oltre a quella per migliore attore a Nathan Lane.
Pubblicato sul sito Golden Globes, vedi sotto mia minibio