di Elisa Leonelli
VOILÀ Magazine, 7 aprile, 2023
Ali Wong è la co-protagonista con Steven Yeun della serie televisiva Beef.
Alexandra Wong, nata a San Francisco da una madre immigrata dal Vietnam e da un padre cino-americano, laureata in cultura asiatica alla università UCLA di Los Angeles, diventò nota per i suoi speciali stand-up Baby Cobra (2016) e Hard Knock Wife (2018) seguiti da un terzo speciale Don Wong (2022). Fu protagonista e collaborò alla sceneggiatura della commedia romantica Finché forse non vi separi (Always Be My Maybe, 2019) con Randall Park, figlio di immigrati coreani, protagonista della serie TV Fresh Off the Boat (2015-2020).
Steven Yeun, nato a Seul in Corea, fu protagonista di Minari (2020), vincitore del premio Golden Globe come miglior film in lingua straniera.
Beef, che letteralmente significa carne di manzo, è usato nell’espressione di avere un problema con qualcuno, un motivo per litigare. Il creatore della serie Lee Sung Jin (soprannominato Sonny) spiega di essersi ispirato a un episodio di rabbia al volante (road rage) capitato a lui nella realtà. La lite all’ultimo sangue fra due automobilisti rivela con feroce umorismo nero vari aspetti della comunità asiatica della zona metropolitana di Los Angeles (quartieri di Calabasas e Reseda) e della lotta di classe.
Amy Lau (Amy Wong) è una donna di successo che sta per vendere il suo negozio di piante per la somma di dieci milioni di dollari, sposata con uno scultore giapponese affascinante ma squattrinato che fa da mammo alla loro bambina. Guida un lussuoso Merceds SUV bianco, mentre Danny Cho (Steven Yeun), un tuttofare coreano che abita in un motel con il fratello minore e un cugino delinquente ex-galeotto, guida un furgoncino rosso usato. Entrambi sfogano le loro frustrazioni scatenandosi uno contro l’altro nel corso di dieci episodi.
Ali Wong, ex-moglie nella vita di un marito giapponese con cui ha due figlie piccole, dice di essersi identificata con Amy, una donna “la cui vita sembra perfetta in apparenza, ma non sappiamo mai che cosa c’è dentro la testa delle persone e nella loro vita privata.” Era una occasione di esprimere sensazioni di cui “non ero stata in grado di parlare nei miei speciali comici, sui rapporti, su come conciliare fare la mamma e lavorare, che cosa significa essere arrabbiata e apparire allo stesso tempo cosí calma.” Un’altra cosa che non si aspettava era di poter “esplorare, come figlia e come madre, l’affetto della propria famiglia e quanto questo influenzi una persona quando diventa adulta. Anche se i tuoi genitori sono in apparenza presenti nella tua vita, questo non ti impedisce di provare risentimento e la paura di sentirti abbandonato.”
I vestiti che indossa nel ruolo di Amy e l’ambientazione della sua casa moderna contribuiscono a definire il personaggio di questa donna che ha imparato fin dall’infanzia a nascondere le sue emozioni. “Amy non indosserebbe mai un vestito come questo che ho messo oggi (color rosso fuoco), questi lunghi orecchini o questa acconciatura di capelli all’insú; li considererebbe troppo chiassosi e volgari. Devo dar credito alla incredibile costumista che mi ha dato da indossare abiti molto costosi, ma informi e in colori neutri come il bianco e il beige, il panna e il cammello. Amy voleva vestirsi con questa armatura per nascondere il pensieri pazzoidi che le giravano per la testa. Lo stesso vale per la sua bella casa che aveva disegnato lei, quei pannelli di legno perfettamente spaziati sembrano sereni e molto zen, ma la fanno apparire come intrappolata in una gabbia.”
L’aspetto più entusiasmante delle serie per Ali sono gli elementi della trama da giallo, in cui non sai mai che cosa sta per succedere, e ti senti spaventato ma eccitato allo stesso tempo. Perciò non vi sveliamo il finale per non rovinarvi la sorpresa.