Intervista di Elisa Leonelli
Amy Adams è stata candidata dai giornalisti internazionali che votano per i Golden Globes fra le migliori attrici protagoniste per la sua coraggiosa interpretazione nel film Nightbitch, regia e sceneggiatura di Marielle Heller dal romanzo di Rachel Yoder Bestia di notte del 2021.
Quali sono i temi di questo film l’hanno interessata tanto da volerlo co-produrre oltre che interpretare?
Ho ottenuto le bozze del libro prima della pubblicazione, e mi sono identificata profondamente con questa idea allegorica della perdita di identità e della trasformazione dopo la maternità. Sapevo che ci voleva un particolare talento visivo per realizzare questo film, allora l’ho portato a Mari, la quale aveva appena dato alla luce una bambina e abitava da sola con il figlio di 5 anni, mentre il marito era via per lavoro, durante la chiusura per la pandemia COVID-19, quindi aveva una prospettiva molto personale su questo tema.
Ci spiega come questa neo-mamma si sentisse isolata, dato che aveva messo in pausa la carriera di artista per occuparsi del figlio neonato, che a questo punto ha due anni, mentre il marito (Scoot McNairy), seppur comprensivo, era spesso lontano da casa per il suo lavoro?
Questa madre non si identifica più con gli amici che aveva prima e non è ancora riuscita a crearsi un gruppo nuove amicizie, e quando arriva ad accettare la gioia e la natura ferale della maternità, si sente convalidata da questa esperienza. Interpretare questo ruolo mi ha dato la possibilità di esprimere la sensazione di invisibilità e insignificanza che provano le nuove mamme impegnate quotidianamente in compiti monotoni e ripetitivi. Ho capito che far leva sui nostri istinti animalistici ci aiuta ad avvicinarci a noi stessi, senza prestare attenzione alle aspettative di perfezione e alle pressioni del mondo che ci circonda.
Era successo anche a lei qualcosa di simile quando è nata la sua bambina, Aviana, nel 2010?
No, perché io non ho rinunciato alla carriera, avevo un marito che mi appoggiava e mi aiutava, e intorno a noi c’era una comunità di altri genitori, zie e zii, parenti, amici e insegnanti, quindi sono riuscita a mantenere la prospettiva e a sentirmi radicata. La mia famiglia ha avuto il beneficio di questi sostegni, che dovrebbero essere a disposizione di tutti nella nostra società.
Che cosa intende comunicare al pubblico con questo film su una donna che immagina di trasformarsi fisicamente in una cagna e scorazzare nella notte con un branco di cani?
Ho sentito le reazioni di gente di tutti i tipi con diversi punti di vista, sia che fossero genitori oppure no, e abbiamo avuto interessanti conversazioni sui desideri sessuali, sulle frustrazioni e sulla rabbia della donne. Mari e io siamo tipi pragmatici e non volevamo lasciare il pubblico con un’impressione negativa, perché crediamo che la maternità sia un’esperienza positiva che genera ottimismo e speranza. Dobbiamo mettere in atto cambiamenti significativi per aiutare le famiglie a provvedere per il loro figli e migliorare il nostro futuro.
Nightbitch, nei cinema USA dal 6 dicembre, non ha data di uscita in Italia.
Scritto per Voila Magazine, Facebook+Instagram