American Fiction

Jeffrey Wright interpreta uno scrittore e professore di letteratura inglese nel film American Fiction, prima regia di Cord Jefferson, autore della sceneggiatura basata sul romanzo Erasure di Percival Everett del 2001.

Jefferson racconta: “Ho fatto il giornalista per anni, e mi chiedevano sempre se volevo scrivere articoli sull’assassinio di Trayvon Martin o altri adolescenti non armati uccisi dalla polizia. Quando poi ho iniziato a lavorare in televisione e nel cinema, ero entusiasta perché pensavo che avrei potuto aprire le ali e scrivere sulla condizione dei neri in altre situazioni, per esempio nello spazio oppure a cavallo di draghi volanti, cioè esplorare la profondità, la diversità e la complessità della vita dei neri. Invece mi proponevano di scrivere film su uno spacciatore di crack o su uno schiavo cieco che grazie a un ricco benefattore bianco diventa un famoso pianista prodigio.”

Grazie alla produttrice Alana Mayo dello studio Orion, e alla partecipazione di Jeffrey Wright, American Fiction indaga proprio questa tematica, con un senso dell’umorismo satirico, di come gli autori neri vengono relegati a trattare solo soggetti stereotipati.

Wright è Thelonious Ellison, soprannominato “Monk” dal famoso jazzista, Tracee Ellis Ross la sorella maggiore, una dottoressa che lavora per Planned Parenthood, Sterling Brown è il fratello minore omosessuale, Issa Rae l’autrice di un romanzo di successo.

Jefferson aveva ammirato Jeffrey Wright da quando lo vide interpretare l’artista Jean-Michel Basquiat nel film di Julian Schnabel del 1996: “È un attore di grande talento, come Robert DeNiro, che dopo ruoli drammatici da gangster passa alla commedia e fa ridere tutti con Ti presento i miei (Meet the Parents) e Un boss sotto stress (Analyze This), oppure Gene Hackman in Frankenstein Junior (Young Frankenstein) di Mel Brooks.”

Wright, padre di due figli, spiega perché ha accettato il ruolo: “Apprezzo il modo in cui Cord esplora il contesto e la storia del razzismo, come nella società attuale ci sia una ipersensibilità su questi temi. Mi piace il suo senso dell’ironia, ma è soprattuto la famiglia ritratta nel film che ha maggior significato per me.”

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