ALEXANDER PAYNE-The Holdovers

Di Elisa Leonelli

Il regista Alexander Payne parla del suo ultimo film The Holdovers-Lezioni di vita. Ambientato nel 1970 in un collegio del Massachusetts, rimasto vuoto durante le vacanze di Natale, esplora l’amicizia che si forma fra tre persone diversissime e li aiuta a superate tristezze e frustrazioni. Paul (Paul Giamatti) è un burbero professore di storia antica, Angus (Dominic Senna) uno studente ribelle, Mary (Da’Vine Joy Randolph) la capo cuoca della mensa studentesca.

Payne ha scritto anche la sceneggiatura dei sui film, fra cui La storia di Ruth, donna americana (Citizen Ruth 1996), Election (1999), Paradiso amaro (The Descendants, 2011), Nebraska (2013), Downsizing-Vivere alla grande (2017), ma non in questo caso.
“Una dozzina di anni fa avevo visto a un festival un film poco conosciuto, Merlusse del 1935, del famoso regista francese Marcel Pagnol, che aveva la stessa premessa, quindi avevo deciso di rubare quell’idea e l’avevo messa nella mia lista. Poi 5 o 6 anni fa ricevetti un pilota televisivo ambientato nel 1980 nel mondo delle scuole preparatorie private del Nordest USA. Allora telefonai allo scrittore, David Hemingson, e gli chiesi se voleva scrivere la sceneggiatura per un film da questa mia idea. Lui non solo disse di sì, ma accettò di lavorare sulla fiducia, senza garanzia di pagamento.”

Paul Giamatti as Paul Hunham in The Holdovers © Focus

Il ruolo di protagonista era inteso per Paul Giamatti, che il regista aveva diretto nel premiatissimo Sideways-In viaggio con Jack (2004).
“Paul è in grado di fare qualsiasi cosa, è un grande attore, sarebbe come dare un ruolo a Meryl Streep o Laurence Olivier. Inoltre Paul ha avuto l’esperienza di questo mondo, dato che ha frequentato il liceo privato di Choate Rosemary Hall nel Connecticut, e poteva utilizzare i suoi ricordi di persone conosciute in quegli anni. Non so chi altro avrebbe potuto interpretare Paul, forse Richard Dreyfuss quando era giovane o magari Charles Laughton, ma non mi viene in mente nessuno fra gli attori contemporanei.”


Dominic Sessa, Paul Giamatti-The Holdovers (c) Focus

Per interpretare lo studente, scoprirono un esordiente, Dominic Senna, che aveva appena recitato nella commedia di Neil Simon Rumors, ma non era mai stato davanti alla macchina da presa.
“La direttrice del casting Susan Shopmaker aveva guardato 800 audizioni, io personalmente ne avrò viste 70 o 80, fra cui molti giovani attori già conosciuti, ma ero aperto a trovare una faccia nuova. Dominic frequentava l’ultimo anno di liceo alla Deerflield Academy nel Massachusetts, una delle scuole private dove abbiamo girato il film, e Susan me lo aveva raccomandato. Stava già facendo domanda di ammissione a università che hanno ottime facoltà di teatro come Brandeis, NYU (New York University) e CMU (Carnegie Mellon), che frequenta quest’anno, quindi sapeva di voler fare l’attore, ma fu una sorpresa per noi scoprirlo, come se fosse emerso completamente formato dalla testa di Zeus. Paul e io complottavamo su come aiutare questo novellino, gli dicevo che da attore esperto toccava a lui mantenerlo rilassato, ma Dominic non aveva nessun bisogno dei nostri consigli, lo abbiamo spinto nelle onde dell’oceano e lui si è messo a surfare.”

Payne ha un modo particolare di guidare gli attori durante le riprese.
“Ho frequentato la facoltà di cinema alla UCLA (University of California Los Angeles) dove mi hanno insegnato a non dire mai agli attori come recitare una battuta, ma il consiglio migliore me lo ha dato Mike Nichols. Sono orgoglio di rivelare che era diventato mio amico agli inizi della mia carriera, come aveva fatto con tanti giovani registi, allora gli ho telefonato per chiedergli come dovevo comportarmi con Jack Nicholson prima di girare A proposito di Schmidt (About Schmidt, 2002), e lui mi ha risposto, ‘molto semplice, ragazzo mio, basta dirgli la verità.’ Nicholson stesso mi disse di non aver paura a fargli sentire come avrei recitato io una battuta, soprattutto dato che l’avevo scritta, così poteva capirne il ritmo. Charlie Chaplin diceva sempre che l’unico modo in cui poteva dirigere gli attori era di recitare la scena per loro e dirgli di imitarlo. Anche William Wyler non sapeva cosa dire agli attori, anche se moltissimi di loro sarebbero stati poi nominati all’Oscar per aver interpretato i suoi film. Nel mio caso fra azione e taglio, mentre tutti gli altri sono focalizzati sulla loro specialità, i costumi, i capelli, il microfono su asta, io mi metto nella posizione del pubblico che guarda il film, e se alla fine della scena non mi va bene, dico, ‘Non mi convince. Eri troppo lento, vai più veloce. Metti l’accento su questa parola non su quella.’ Voglio credere che questa scena stia accadendo realmente davanti a me e che abbia il ritmo di un film.”

La scelta di ambientare il film nel 1970-1971 era stata fatta per due motivi.
“Per dare allo sceneggiatore la possibilità di fare riferimento alla guerra del Vietnam, dove era stato appena ucciso il figlio di Mary, arruolato nell’esercito. Poi per ambientarlo in un passato in cui esistevano ancora scuole private tutte maschili. L’ultima ad ammettere anche donne nel 1989 fu proprio la Deerfield Academy (che era stata fondata nel 1797). Per tutta la carriera ho sempre cercato di fare film che fossero una estensione moderna dei film degli anni 70 che avevo ammirato da ragazzino, ma a un certo punto, dopo che avevamo finito la sceneggiatura e ci stavamo preparando a iniziare le riprese, ho avuto la brillante idea di farlo sembrare un film girato negli anni 70, sia nell’aspetto visivo che nel sonoro. Per esempio abbiamo registrato i dialoghi e le musiche in mono non in stereo, niente surround sound o Atmos.”

Payne cita i titoli dei film che ha fatto vedere ai collaboratori e agli attori come ispirazione.
“Quando stavamo preparando il film a Boston, ho scelto dei film da proiettare per il direttore della fotografia (Eigil Bryld), lo scenografo (Ryan Warren Smith), la costumista (Wendy Chuck) e Dominic, che non li aveva mai visti. Il laureato (The Graduate) di Mike Nichols, Harold and Maude, Il padrone di casa (The Landlord) e L’ultima corvé (The Last Detail) di Hal Hasby, Paper Moon-Luna di carta di Peter Bogdanovich, Una squillo per l’ispettore Klute e Tutti gli uomini del presidente (All the President’s Men) di Alan Pakula. Ho persino messo in una scena del film Piccolo grande uomo (Little Big Man) di Arthur Penn, che avevo visto quattro volte a 9 anni, dato che lo davano in un cinema vicino a casa dove potevo andare a piedi.”

Una scena che lo ha particolarmente ispirato è da un classico film italiano del 1950.
“Non so per qual motivo, ma mi è venuta in mente una scena che mi era molto piaciuta alla fine di Ladri di biciclette di Vittorio De Sica, quando il bambino Bruno afferra la mano del padre, dopo che lo aveva visto tentare di rubare una bicicletta e venire picchiato.”

Fra i tanti film ambientati in tempo natalizio, Paul Giamatti cita Lo schiavo dell’oro (Scrooge, 1951) con Alastair Sim dal romanzo Canto di Natale (A Christmas Carol, 1843) di Charles Dickens, e Alexander Payne La vita è meravigliosa (It’s a Wonderful Life, 1946) di Frank Capra con James Stewart. Entrambi film drammatici, ma non sentimentali.
“Volevo manipolare il mio film espertamente in mondo che non sembrasse manipolatore, ottenere un effetto emotivo senza sentimentalismo. È difficile da spiegare, ma è una questione di buon gusto. Ho seguito il consiglio di Anton Checov, nella lettera che scrisse a un giovane scrittore che gli aveva mandato un suo racconto, e ricordo che Akira Kurosawa diceva sempre che un film dovrebbe essere divertente e facilmente comprensibile. Dopo aver visto Il capolavoro di Kurosawa I sette samurai (1954) in versione restaurata al cinema Castro di San Francisco nel 1983, ho deciso che dovevo assolutamente fa domanda per ottenere un master di cinema.”

Questo testo è stato pubblicato su Best Movie di gennaio in Italia, accorciato e tradotto in spagnolo su Best Movie Espana.

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